10/13/2006

avvertenza

volevo solo avertire i miei numerosi seguaci che quello di prima
non ero/non sono io.
si vede?
si sente?
si capisce?
no, no
in effetti faccio fatica pure io
saranno le pillole
lei adesso non c'è
posso scrivere quello che voglio
ma quelle cose non le ho fatte
quindi non sono io
logico, no?

venerdì

il risveglio è sempre duro. il mal di testa insopportabile, 
la mente annebbiata, 
la bocca impastata come avessi cenato a mohito.

mangiare poi impossibile, 
qualsiasi cosa ingerisco ha un gusto insopportabile
e la nausea che ne segue  permane per ore.

fuori un pallido sole mi dice essere pomeriggio tardo.
l'uminidà che ho nelle ossa la si legge anche nel cielo pastello.

ho parlato con qualcuno ieri sera. qualcuno che parlava sottovoce, un uomo con la barba ed il cappotto, gli occhiali bassi sul naso, l'alito di sigaro. naturalmente non ricordo cosa mi ha detto, eppure so che mi ha sconvolto, mi ha messo di fronte a qualcosa di terribile.

eppure...

si fotta anche il pc, torno sul fetido divano a stringere gli occhi in cerca del vuoto.

biografo ha detto...

IL PADRE
Figlio di un immigrato divenuto proprietario terriero, è uno dei simboli della rivoluzione ma anche, agli occhi dei suoi detrattori, un dittatore che non concede libertà di espressione. Iscrittosi all'università partecipò alla vita politica dell'ateneo. La militanza studentesca si esprimeva spesso attraverso la lotta per bande, in scontri fra "gruppi di azione" di segno opposto che non di rado degeneravano in sparatorie. Si laurea in legge e si arruola in un gruppo paramililtare. In breve ne diventa il capo e poi organizza il piano. Fallita l'azione, a causa dello scarso coordinamento fra i vari gruppi che componevano il commando, viene imprigionato dal regime. Dei suoi compagni, alcuni caddero combattendo ma la maggior parte fu giustiziata dopo essere stata fatta prigioniera e solo l'intervento di personaggi di spicco. Al processo si difende autonomamente, in particolare attraverso un allegato in cui denunciava i mali che affliggevano la società. La sua arringa fu un vero e proprio attacco al potere, che lo trasformò da imputato ad accusatore. Questo documento è poi diventato famoso per il fatto che all'interno vi è in pratica delineato il suo programma politico, lo stesso che avrebbe poi sviluppato (se non superato), nei quarant'anni che lo videro protagonista prima della Rivoluzione poi dell'esercizio del potere.

10/12/2006

erich ha detto...

Il mondo aristocratico e militare esercitò sul giovane Erich, figlio di un cappellaio, un grande fascino, tanto che si ritagliò l'immagine del giovane rampollo di nobile famiglia, mutando il proprio nome in "Conte Erich Oswald Hans Carl Maria Stanford di Nordenwald". Il quadro fu completato dall'affermazione di aver servito nella cavalleria in qualità di ufficiale, cosa che appunto gli procurò, all'inizio della sua carriera, molti ruoli da ufficiale e poi, durante la seconda guerra mondiale, da nazista. Frequentò i maggiori artisti del secolo scorso, fu uomo leale e giusto, morì povero lontano dalla sua famiglia.

Questo sarebbe mio nonno. Bene. Ne vorrei sapere di più. Ma il tempo stringe, tra poco devo prendere la pastiglia e non sarò più in grado di connettermi. Qualcuno è in grado di aggiungere qualcosa?

cartella clinica

Oliver Stanford, matricola 00120910017761, stanza 1109.

Nel paziente in questione si verifica una forma particolare di amnesia: la paramnesia. Questa si manifesta quando il ricordo si basa su eventi inventati o confusi. Tra i disturbi della memoria episodica, quella connessa allo spazio e al tempo, troviamo inoltre il disturbo di memoria prospettica (il non ricordarsi cose da farsi in un futuro prossimo) e la sindrome amnesica, o sindrome anteroretrograda, sintomo principale di diverse neuropatologie, che riguarda l'incapacità di ricordare sia avvenimenti recentemente appresi sia avvenimenti passati (amnesia globale); tale disturbo può verificarsi anche trasitoriamente e in questo caso si suppone una sua probabile origine vascolare. Infine sempre tra i disturbi della memoria episodica si diagnostica l'amnesia lacunare o lacuna mnestica in cui il paziente non ricorda un periodo circoscritto del suo passato, solitamente prima e dopo di un eventuale incidente o trauma.

10/11/2006

a pelle

Visto l’interesse che il mio caso ha suscitato, voglio lanciare un cappello, no scherzavo, un appello, un’implorazione, si insomma che qualcuno mi aiuti. Da quello che so di me sono sufficientemente orgoglioso da non sentirmi a mio agio in questa veste. Quella dell’aiutato. Pure devo fare qualcosa. Le pastiglie che lei continua a somministrarmi fanno un certo effetto, anche se non saprei dire quale. Ho deciso di prenderle ancora per alcuni giorni. Nel frattempo leggo che alcuni di voi mi avrebbero conosciuto prima del fatto traumatico (non so ancora cosa mi sia successo, nessuno si prende la briga di spiegarmelo, incidente o caduta resta un mistero). Così come un mistero avvolge le mie origini. Ma di queste non frega niente a nessuno per cui potremmo tranquillamente andare oltre. O no? A me interessa. Se qualcuno sa si faccia avanti. Prego astenersi perditempo. Scrivo in questo momento di cedimento. Lei è fuori, loro oggi non si sono visti. Ancora non mi è permesso uscire (per andare dove poi? Ho ridotto all’essenziale le funzioni vitali, sono accudito e in quel senso anche soddisfatto, certo mi manca la libertà di scegliere, ecco se c’è una cosa che mi manca è proprio quella, ma chi può dire di averla conservata?)… la libertà è un ricordo, e io, a quanto mi dicono, soffro di amnesia!

10/10/2006

una bella prospettiva

Non è difficile uccidere dei giornalisti. Fanno un mestiere che li espone all'odio e circolano indifesi. Si può perfino usare la loro uccisione per fare un regalo di compleanno, come quello che il Presidente ha ricevuto per i suoi 54 anni: la testa di Anna Politkovskaja, la più feroce critica del suo regime. Forse è un regalo avvelenato, che se lo sia ordinato da solo o che gli sia stato fatto da altri: tutti attribuiranno comunque al Presidente la responsabilità di questo assassinio e non è gradevole neppure per un ex agente del servizio segreto vedere la propria firma messa in calce a un omicidio illustre - anche se uccidere giornalisti scomodi è ormai una tradizione. Poco cambia se, come è probabile, l'ideazione e l'attuazione di questo delitto vengono dalle alte sfere delle forze armate (di cui Anna Politkovskaja ha troppe volte messo a nudo la ferocia, l'incompetenza e l'avidità di denaro e di potere) più che direttamente dal Presidente.
Non è stato certo difficile uccidere questa giornalista. Sparare nell'ascensore di casa sua a una donna priva di ogni difesa è un gioco da ragazzi; quanto all'inchiesta, già il fatto che l'omicida non abbia avuto problemi a lasciar sul posto pistola e cartucce e a farsi vedere da alcuni testimoni fa capire che essa non andrà lontano. Del resto, non ci sarà un'ondata di indignazione per questo omicidio, vero Oliver?