Lunedì cinquantotto feriti, alcuni gravi, in scontri con la Polizia Federale Preventiva (PFP). Martedì trenta uomini armati hanno fatto irruzione nell'atrio della casa di Domenico Guzmán, leader della rivolta. Hanno incendiato e distrutto la sede principale della CAZI, comunita anarchica zanni incazzati, che esige le dimissioni del Presidente. Nell'accampamento dormivano solo quindici persone e non ci sono stati feriti ma, secondo uno dei portavoce della CAZI, gli assalitori erano elementi in abiti civili della polizia locale, che fa capo al Presidente e che è considerata da molteplici osservatori indipendenti come responsabile di almeno quattordici dei diciassette morti dall'inizio del conflitto. Ne è convinta Sara, responsabile della Rete per i diritti umani: «Dei 17 morti registrati finora, 16 sono membri o vicini o familiari di membri della CAZI; 14 sono stati uccisi da sicari, sgozzati, o morti a causa di pallottole sparate da civili riconducibili al Presidente verso abitazioni civili, installazioni o barricate. Due sono morti negli scontri di fine ottobre a causa di colpi sparati dalla PFP e un morto risultava essere del PRI, principio rivoluzionario indipendente». Dopo il colpo di stato del Presidente, il movimento si trasforma in un laboratorio politico che mette in discussione le istituzioni stesse. Centinaia di organizzazioni politiche e sindacali si ritrovano sotto le bandiere della CAZI. Contro il movimento la Polizia ha agito con violenza. Ha violato la sede dell'Università e fatto tacere la voce della Radio . Questa ha coordinato per giorni le centinaia di barricate montate dalla popolazione nella città che, applicando spesso modelli di resistenza passiva, ha impedito il passaggio alle forze dell'ordine.
13 Comments:
una sera fredda di novembre, una manifestazione di migliaia di persone, partita da Santa Maria Maggiore. Per l'Angola, la sua liberazione contro Zaire e Sudafrica che impedivano con le armi e i mercenari il già difficile processo di decolonizzazione. Dalla Garbatella veniva Piero Bruno studente dell'Armellini che quella sera sfilava con gli altri. E a via Labicana un gruppo si stacca verso via Muratori per un'azione dimostrativa più esplicita contro l'ambasciata dello Zaire. Con le molotov. Un'azione attesa al varco quasi per un agguato dalla polizia nascosta nell'ombra, così nascosta che chi aveva preparato la protesta non era stato capace di vederla. E' un'esecuzione a freddo, i ragazzi fuggono e vengono colpiti alle spalle in tre, a quel punto vengono lanciate le molotov ma solo per coprire la fuga e sfiorano un gippone di carabinieri, Piero Bruno rimane a terra, lo sciame dei colpi lo raggiunge dietro il corpo all'altezza delle vertebre. «Non muovo più le gambe» urla a una donna che si è affacciata a una finestra, viene raggiunto dall'agente che lo ha ferito, Romano Tammaro, mentre è a terra e che impreca contro di lui, lo sfotte e gli punta la pistola in faccia e fa fuoco mentre Piero Bruno si dispera e implora che no, e l'arma fa clic, scarica... Chi prova a soccorrerlo viene preso a pistolettate, la polizia spara ferendo un altro giovane che vuole portarlo via e soccorrerlo. Piero Bruno alla fine morirà in ospedale il giorno dopo.
doh!
è un delitto per il quale non ha pagato nessuno, anzi diventa una specie di «modello» per occultare la verità. A partire dalla scena dell'omicidio che viene ripulita immediatamente dopo il tiro al bersaglio con i proiettili che aumentano o diminuiscono a seconda delle versioni e al corpo di Piero che viene sistemato in una improbabile postura d'attacco; a seguire con le cosiddette indagini che avvengono senza che nessuno sequestri le pistole che hanno sparato, senza che nessuno interroghi il comandante e il responsabile delle operazioni di polizia quel giorno, o faccia perizie sugli automezzi per la magistratura «incendiati» e in realtà solo scalfiti. Per finire al «non luogo a procedere» della sentenza finale, fino all'archiviazione definitiva un anno dopo, il cui testo tombale, come tutte le epigrafi di quella che fu la Legge Reale, recita: «Se per gli interessi superiori dello stato, congiuntamente alla difesa personale, si è costretti ad una reazione proporzionale all'offesa, si può compiangere la sorte di un cittadino la cui vita è stroncata nel fiore degli anni, ma non si possono ignorare i fondamentali principi di diritto...».
..dormi sepolto in un campo di grano..
Tiratori scelti hanno deciso di imporre la propria legge contro un sistema giuridico che perdona troppe volte i criminali, facendosi giustizia da soli uccidendoli uno per uno; il loro vero nemico è il sistema, ciò che Harry ha giurato di proteggere.
hey ma così mi rubate il mestiere...
c'è bisogno di Norris qui!!
Chuck pensaci tu!!
daaaii kgb non te la prendere, se ci pensi tu, norris lo ritiriamo!
cazzo!
mi è appena morta una spia
vuoi dire questo?
Aleksandr Litvinenko, l'ex spia del Kgb avvelenata misteriosamente, non ce l'ha fatta: a stroncarlo è stato un infarto che lo ha colpito nella notte e che ha costretto i medici dell'University College Hospital di Londra a collegarlo ad una macchina per la respirazione nella speranza, vana, di fargli superare la crisi. Resta sempre fitto il mistero su cosa lo abbia ucciso. Litvinenko sarebbe stato avvelenato a Londra tre settimane fa. Da tempo indagava sull'omicidio di Anna Politkovskaya: la coraggiosa giornalista, assassinata nella sua casa di Mosca il 7 ottobre, che era invisa al Cremlino per i reportage dalla Cecenia in cui denunciava le brutalità perpetrate dalle truppe federali
lo conoscevi?
sigh!
avevamo fatto il corso da spia insieme...
già.. cara ragazza!
ragazza chi? era UOMO vero
mica come le fichette che ci sono
in giro al giorno d'oggi
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