"Degli anni Settanta si ricorda solo la violenza. Perché non ci fu altro". Così scrive un povero uomo sul giornale di mio padre, rilanciando il luogo comune del decennio di piombo, contrapponendolo a quello successivo, gli anni '80, che invece «liberarono la nazione dall'epoca degli agguati». E poi giù una serie di banalità e di false storie, condite dal «deserto dell'immaginazione e della creatività» che avremmo conosciuto nei '70.Ognuno ha la sua memoria, quella del ehm ehm “giornalista” in questione accompagna le tante e prevalenti che ricostruiscono la storia a uso e consumo del presente. Perché se la nostra vita deve essere ridotta a parentesi elettorale tra lunghi silenzi rotti solo da brusii televisivi, perché se il cittadino si traduce in consumatore, allora quegli anni diventano fastidiosi ben al di là delle loro tragedie di sangue, che rimangono - appunto - un prodotto da far consumare ai contemporanei.Tanto peggio, allora, per lo statuto dei lavoratori e i consigli di fabbrica, per la riforma sanitaria e le leggi su divorzio e aborto, per le «utopie» partecipative, per le piazze in cui storie e classi diverse si incontravano e mescolavano, per il femminismo e l'ambientalismo che in quegli anni conoscevano una nuova vita. Via tutto, dalle conquiste civili e sociali alla produzione culturale: tutto cancellato dal sangue e dalla P38. Ma non è tanto una rimozione o l'ultima puntata del revisionismo cui ci hanno abituato. E' una «ricostruzione» che parla al presente, è l'asserzione di un modello politico e culturale che non casualmente enfatizza gli anni Ottanta: il silenzio che sostituisce la parola. Se degli anni Settanta non vogliono ricordare altro che la violenza è perché «l'altro» è stato cancellato, soppresso, ucciso. Dal sangue e dalle parole. Quelle che oggi ci chiedono di starcene chiusi in casa, per non disturbare chi ci racconta la storia e ci gestisce la vita.
16 Comments:
bella oliver!
dovremmo tornare a impugnare un po' di P38 tanto per farli cagare un po' addosso a questi fichetti dei gg nostri.
si stava meglio quando si stava peggio.
già, non ci sono più le mezze stagioni!
la paura di ciò che era, di ciò che sta fuori come strumento per ammansire le masse, creando così degli ottimi consumatori!
la mucca terrorizzata cade di fronte ai colori sgargianti della pubblicità.
pista pista
sento odor
di terrorista
bravo kgb
puntuale come al solito...
oliver che ne dici
se ci compriamo un camion
di kalashnikov
(o come cazzo si scrive che tanto
i mafiosi russi mica fanno storie per l'ortografia, o no?)
triste che il "giornalista" in questione, che ha la possibilità di far udire la propria voce, dia una visione così limitata di quello che furono quegli anni.
concordo con quel che dici tu oliver.
forse dovremmo semplicemente gridare un po' di più noi!
oliver ha sempre ragione
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sabato 25 novembre dale 10,00 alle 18,00
mercoledì 29 novembre dale 15,00 alle 18,00
Prenotazione obbligatoria
cazzolina son già fuori!
..data l'altezza però potrei mentire sull'età?!
ahh..
cercasi bicicletta
vada per l'età ma
il peso?
cartellino rosso per l'anonimo!
..oh! mah.. anch'io sono anomimo?!
no tu sei scatolino
buon peso!
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